La masterclass si propone di esplorare temi complessi come la solitudine, l’individualismo, il senso di colpa, l’ossessione e il desiderio.
Specchiarsi nell’acqua della propria fragilità, entrare empaticamente nel pensiero dell’autrice che scrive per liberarsi dalla sofferenza, esorcizzare quell’ansia di vivere che spesso soffoca tutti gli slanci. Sofferenza che per l’autrice deriva dalla mancanza di amore, dalla mancanza di empatia.
L’orrore del colonnello Kurtz in Apocalipse now (insegnano ai nostri ragazzi a sganciare il napalm sui villaggi ma vietano di scrivere cazzo sulle bombe perché è osceno) è lo stesso orrore che si respira nelle opere della Kane. Nell’amore di Fedra l’orrore della comunità sarà esorcizzato dal sacrifico del capro espiatorio Ippolito, il principe, specchio drammaturgico dell’altro capro espiatorio reale, Lady Diana.
Il linguaggio usato nelle drammaturgie di Sarah Kane è oggi, a 25 anni dalla sua morte più che mai attuale. La guerra, la violenza sessista, è quotidianamente servita dai notiziari. Il testo, usato dall’autrice come una clava diventa strumento di oppressione, sopraffazione per i personaggi, che però alla fine , nelle sue opere trovano sempre una via di fuga, un’uscita, così come a volte il teatro potrebbe e dovrebbe essere. Perché esiste sempre la possibilità di scegliere. Come dice l’autrice “Dio può tutto ma non può togliermi il libero arbitrio.”
Liberarsi dalla sofferenza, agire il proprio tempo, innamorarsi di Sarah Kane, farla conoscere, ascoltare le sue opere i suoi personaggi, ci renderà, forse, più sensibili.